a casa di ross
a casa di ross
Altro concerto imperdibile, un evento a cui abbiamo avuto la fortuna di partecipare: un leggendario, carismatico Claudio Abbado, alla guida della Mozart Orchestra, per un concerto davvero speciale, hanno eseguito la sinfonia in do magg. n.41 K551 “Jupiter” ed il concerto in sol magg. n. 3 per violino ed orchestra K216 di Mozart e la sinfonia in la magg. n.4 op. 90 detta “Italiana” di Mendelssohn, “Italiana” perché frutto di un lungo viaggio in Italia del compositore, fatto tra il 1830 e ’31, quindi musicalmente influenzata dalla nostra terra. La Sinfonia è ritmica, solare, brillante (basti pensare al primo movimento, esaltante, che parte da un pizzicato vigoroso degli archi), mentre il secondo movimento è stato scritto dopo che il compositore assistette ad una processione religiosa, a Napoli, (della quale, impressionato, ne parlò anche in una celebre lettera); intensa anche la chiusura, con il saltarello e la tarantella, tipiche del Centro e del Sud Italia. Abbado ha infuso serenità e dolcezza ad una sinfonia un po’ infuocata, rallentando la velocità e dando equilibrio e morbidezza al suono, anche se le due trombe, solo nel primo movimento, erano soverchianti in più punti sull’organico.
Il concerto per violino di Mozart, il terzo in ordine di composizione, fu composto nel 1775 da Mozart appena diciannovenne, e risente della si, sua giovane età, ma anche della sua personalità, una composizione qua e là venata di malinconia, di brillantezza e di emotività, di spunti tematici. L’allegro iniziale è pieno di energia, dove il primo tema riprende un’aria tratta dalla sua opera “Il re pastore”, seguito da altri due temi, affidati ai fiati ed ai violini: solo a questo punto entra in scena il solista che ripete, canonicamente, il primo tema per poi introdurre materiale nuovo, alternato a pezzi di bravura, lasciando poi che l’orchestra introduca il finale. Nel secondo movimento, l’Adagio, Mozart introduce elementi di grande cantabilità e commozione, prescrivendo l’uso della sordina agli archi e dando più risalto ai flauti piuttosto che agli oboi. Come di norma il primo tema viene presentato dall’orchestra e ripreso dal solista, con le variazioni e le cadenze, mentre il secondo tema viene introdotto dal violino per lasciare all’orchestra il compito di terminare il movimento con grazia. Il rondò finale del terzo movimento è stato scritto con frammenti di diverso ritmo, come sempre, Mozart ha riservato al solista le parti più brillanti e la cadenza finale, ed è ancora l’orchestra a terminare il concerto, sfoderando un suono commosso e velato dal suono degli oboi e dei corni.
Il solista, Giuliano Carmignola, nato a Treviso nel ’51, è figlio d’arte (anche il padre, Antonio, è violinista), si è diplomato al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, e poi ha partecipato a masterclass con Milstein e Gulli presso l’Accademia Chigiana e con Szering a Ginevra. Ha vinto numerosi premi, tra i quali il prestigioso “Concorso Paganini” nel 1973, ha suonato con i più importanti direttori nelle sale più famose del mondo. Carmignola si dedica ora ad un vasto repertorio che spazia da Vivaldi a Schnittke, suonando con Bernard Labadie e Ton Koopman, mentre è dal 2004 che collabora con Abbado, e l’orchestra Mozart. Quando suona il repertorio barocco Carmignola suona un violino Floreno Guidantus del 1739, ed uno Stradivari “Baillot” del 1732, mentre per altri repertori suona un Pietro Guarneri di Venezia del 1733. Carmignola è stato fatto oggetto di una ovazione formidabile, ha concesso un bis, un movimento da un concerto di Haydn.
La sinfonia Jupiter è stata composta da Mozart nell’agosto del 1788, e deve il suo nome, che rimanda alla mitologia, all’impresario inglese Salomon, colpito dal carattere grandioso e divino che caratterizza l’ultima sinfonia mozartiana. Anche in questa sinfonia, come la n.40, non è presente l’introduzione, la sinfonia ha un attacco iniziale deciso, allegro irruente, con più temi lasciati alla sezione degli archi. Il secondo tempo, l’andante, inizia sommessamente e sviluppa temi drammatici che nel finale si sciolgono in un’atmosfera serena ma rassegnata. Il minuetto è costituito da una serie di temi semplici che riportano la tranquillità nella melodia e nell’esposizione tematica, mentre l’ultimo tempo sfoggia un tema di fuga che sarà ripreso dalle varie sezioni dell’orchestra con modifiche contrappuntistiche, e con molta espressione. Anche in questa sinfonia il maestro ha conferito morbidezza al suono dell’orchestra, molta eleganza, ed ha saputo equilibrare le varie sezioni dell’orchestra, composta da giovani e giovanissimi. Una Jupiter solenne e davvero perfetta nel volume di suono, nel fortissimo e nel piano, nei tempi e nel rigore, nell’eleganza formale e nei tempi, che si è chiusa tra caldissimi applausi, standing ovation e sonore richieste di bis, che è stato concesso: una magnifica esecuzione dell’Egmont Ouverture di Beethoven, scintillante, precisa, travolgente, che ha strappato cori da stadio, che ha costretto il Maestro ad uscire più e più volte a ringraziare la folla che non voleva abbandonare la sala Santa Cecilia, che ha fatto battere i piedi ai giovani professori d’orchestra, un allegro ritmare che ha dato il tempo ad un applauso interminabile, ritmato, festoso della sala, letteralmente piena sino al massimo della capienza, che non è poca...
Che dire del maestro Claudio Abbado... Un musicista doc, nato in una famiglia di musicisti: il padre, Michelangelo, insegnante di violino al Conservatorio di Milano, la madre, Carmela Savagnone, pianista e scrittrice per bambini; un fratello maggiore, Marcello, pianista, compositore e direttore d’orchestra, direttore del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano (di lui ho ricordi di un bel concerto mozartiano, una trentina d’anni fa, dove eseguì il concerto per pianoforte K456), un figlio, Daniele, direttore d’orchestra. La biografia e l’immensa discografia di Abbado non entrerebbero in queste pagine, rimando quindi a wikipedia chi desidera leggere tutto sul maestro. Sono dunque felicissima di aver potuto ascoltare un’ottima orchestra, un finissimo violinista, un gigante della musica classica, e la musica del mio adorato Mozart. Una serata indimenticabile...
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ABBADO, MOZART
domenica 28 marzo 2010