E’ un bellissimo libro, scritto da una psicoterapeuta che è anche architetto dei giardini, quello che ho appena finito di leggere, e che mi ha colpito molto. Parlo del libro “Il giardino come spazio interiore”, della svizzera Ruth Amman (Editore Bollati Boringhieri) che ha scritto questo agile piccolo libro che si legge con piacere. Ho capito che il giardino è uno spazio anche interiore, un mondo intermedio tra il mondo interno e quello esterno, dove già si rivela parte della propria personalità, quello che si sceglie di mostrare agli altri, che unisce il cielo alla terra tramite le radici ed i fiori, un luogo protetto e coltivato.

Ci sono quindi giardini del cammino, del lavoro interiore ed esteriore, della trasformazione e della conoscenza: ogni pianta insegna la pazienza e la capacità di osservare, il rispetto, la gioia e lo stupore che nasce quando si sente quale grande forza vitale emani dalle piante e dai fiori; questo piccolo libro parla si di giardini, ma parla soprattutto del giardino dell’ anima, di come ognuno di noi nutre e coltiva questo spazio.

Proprio ieri sera parlavo con un’amica, al telefono, della corrispondenza tra la cucina, il giardinaggio e la musica: accostare, comporre, ideare, progettare, ascoltare, guardare, questi sono gli elementi comuni, così come la sensibilità, la fantasia, l’intelligenza, la passione e la tecnica, che consentono di creare un brano musicale od eseguirlo, creare un menù oppure un piatto, creare un giardino accostando piante e fiori differenti per colore o per grandezza.

Mi ha commossa particolarmente il sesto capitolo, in cui l’autrice parla del giardino d’amore, un altro mondo intermedio.

Un libro delizioso, femminile, pieno di tenerezza e di amore per la vita, che potrebbe essere una strenna da mettere sotto l’albero di Natale.