a casa di ross
a casa di ross
In questo periodo natalizio, sarebbe per me facilissimo parlare dell’oratorio di Natale di Bach, meravigliosa e celestiale composizione, che rapisce e conduce alla meditazione ed alla contemplazione del mistero della nascita di quel Bambino dato all’umanità, ma vorrei parlare invece di un disco speciale, per me: quello che la Erato, prestigiosa casa discografica, ha pubblicato anni fa: un disco contenente 4 (dei dodici scritti) Concerti Grossi di Arcangelo Corelli, eseguiti dalla splendida orchestra dei Solisti Veneti diretti dal Maestro Claudio Scimone. Per quale motivo? Ma perché il disco si apre con il celeberrimo concerto numero 8, “Per la notte di Natale”, in sol minore, scritto per la messa natalizia di mezzanotte, che ebbe subito straordinario successo, non solo come concerto sacro, ma come concerto da camera, malgrado la sostanziale differenza, all’epoca, tra i due tipi di concerto: la struttura dei concerti da chiesa di Corelli alterna un movimento lento ed uno più veloce, anche se il compositore tentò di uscire da questo schema, usando anche, con estremo ingegno, lunghe pause; oppure facendo seguire ad un movimento vivace un movimento completamente differente di carattere, mentre i concerti da camera conservano alcune delle caratteristiche della vecchia “suite”: cominciano con un’introduzione lenta nello stile di un preludio, seguito da una serie di danze: allemanda, giga, courante (corrente), sarabanda, gavotta e minuetto,
Corelli era essenzialmente un violinista, non nel senso che fosse un brillante e virtuoso tecnico dello strumento, ma perché nelle sue composizioni per archi, la viola ed il violoncello venivano da lui considerati allo stesso livello tecnico e musicale dei violini, non solo come meri accompagnatori dei violini, creando con ciò bellissimi e nuovi, per l’epoca, effetti sonori ed armonici: non sorprende quindi scoprire che Corelli curasse con estrema cura la preparazione di ogni sua interpretazione, nei minimi dettagli, persino del movimento dell’arcata.
Il primo movimento del Concerto per la Notte di Natale inizia con un tempo lento e cupo, per poi dissolversi, dopo poche battute, in un Vivace, dopo un’ampia pausa di silenzio, brillante idea ispirata dal mistero della notte di Natale; segue ancora un tempo Grave, meditativo, con una marcia armonica espressiva che induce a pensare alla meraviglia della contemplazione del Bambino nella mangiatoia. L’Allegro è essenzialmente un pezzo brillante, che riconduce alla gioia dell’angelo che porta il messaggio ai pastori, mentre l’Adagio, interrotto dall’Allegro nella vicina chiave in mi be molle maggiore, è l’interpretazione dell’adorazione del Bambino tra le braccia della Vergine: infatti si chiude con gioia, un Vivace in 3/4, una danza (minuetto) , la danza degli angeli sopra la mangiatoia, per esempio dipinta nell’affresco del Beato Angelico (e non solo: mi viene in mente anche la stupenda Natività di Gerard David, dove degli angeli meravigliosi si affollano, gioiosi, dorati , sopra la Sacra Famiglia). Il finale, come sempre, è un Allegro sereno e luminoso, che invita anche noi ad unirci alla gioia per la nascita del Bambino, dono di Dio all’umanità, e si chiude con un tempo Pastorale in 12/8, in sol maggiore, una ninna nanna che accompagna il dondolare del Bambino nelle braccia della Vergine.
Il disco contiene anche altri tre concerti: il numero 7 in re maggiore, il numero 5, in si be molle maggiore, ed il numero 6, in fa maggiore.
Un disco bellissimo, che entra nello spirito del Natale, adatto ad accompagnare questi giorni di festa si, ma anche di profonda riflessione sul mistero natalizio.
MUSICA, MUSICA...
mercoledì 17 dicembre 2008