a casa di ross
a casa di ross
Edward Elgar è un compositore inglese, vissuto tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900, poco conosciuto, che però ha composto molti concerti, sinfonie e brani musicali, anche famosi (cito la più conosciuta, la Pomp and Circumstance March n°1, scritta per la salita al trono d’Inghilterra di Edoardo VII, nel 1901) . Mi è sempre piaciuto il suo concerto per violoncello, specialmente nell’esecuzione della bravissima Jacqueline Du Prè, che lo esegue con sincera passione. Il concerto mi ha sempre coinvolta e commossa, perché carico di tensione e malinconia. Infatti dietro la stesura di questo brano (e di altri brani scritti da Elgar, come la celebre Enigma Variations, dove c’è una romanza bellissima e dolcissima, l’unica delle 12 ad essere senza titolo, dedicata ad Helen Weaver) c’è una storia d’amore, intensa e dolorosa, vissuta dal musicista. Il compositore scrisse questo concerto al termine della Grande Guerra, e, per decenni si pensò che la drammaticità della musica fosse dovuta alla sofferenza per le dimensioni e gli orrori per una guerra terribile, per un mondo scomparso per sempre. Invece questo concerto intenso è frutto di un dolore privato, per un giovane soldato neozelandese caduto in Francia, nel 1916, di nome Kenneth Munro.
Verso la fine della sua vita, Elgar raccontò ad un suo vecchio amico di una ragazza che aveva amato profondamente, Helen Weaver, una sua allieva, violinista promettente, la quale era tornata in Inghilterra nel 1883, rinunciando agli studi musicali alla Gewandhaus di Lipsia, per dedicarsi alla madre, gravemente malata, che poi morì. I due furono fidanzati per un anno, poi furono costretti dalla famiglia di Helen a lasciarsi: Elgar a quel tempo non era ancora affermato come musicista, inoltre non era considerato un buon partito per la ragazza, perché Elgar era cattolico (suo padre era l’organista della parrocchia) e figlio di un commerciante di strumenti musicali. La ragazza fu così mandata in Nuova Zelanda, dove poi si sposò con il direttore di una banca inglese. Elgar si dedicò intensamente all’insegnamento ed alla composizione, alcuni anni dopo si sposò con una donna che gli diede stabilità ed affetto, che seppe incoraggiarlo e sostenerlo perché aveva capito che era un grande compositore ed era fiera di lui. Ma il compositore continuò a chiedere notizie di Helen: tramite amici comuni seppe del suo matrimonio e della nascita dei suoi figli; poi seppe dal giornale della morte del ragazzo, Kenneth Munro, il primogenito di Helen caduto appunto in guerra. Immaginò il dolore della donna, ancora e sempre amata, ebbe un malore e fu ricoverato in ospedale, là dove cominciò a concepire il concerto.
Il concerto si apre con un brusco accordo del violoncello e con un tema doloroso, segnato quasi sottovoce dalle viole , che suonano in scala discendente il tema che viene ripreso poi dal violoncello: si può quasi vedere una bara che viene calata nella tomba. Poi il violoncello risale di tono, allargando, aprendo la strada all’orchestra, che prorompe finalmente in un fortissimo, che permette alla sofferenza di esprimersi in tutta la sua intensità.
Il secondo movimento si apre con un sommesso pizzicato, nella stessa tonalità, con le stesse note. Dopo tre battute l’orchestra, di colpo, comincia a suonare molto forte, seguito da un vibrato del violoncello: è come uno shock, che riecheggia il trauma provato da Elgar in seguito alla lettura del nome del ragazzo, nella lista dei caduti pubblicata dal “Daily Telegraph”. La cadenza degli strumenti ad arco, il suono spezzettato del violoncello esprime l’angoscia, la rabbia, l’orrore che ha provato il compositore, al quale segue l’Adagio, un movimento breve, melodico, lirico, sommesso, con un tema intenso e malinconico, un’ultima tenera parola di conforto verso la donna ancora amata, che ha perso suo figlio.
Il concerto si chiude con l’Allegro, la musica si fa grottesca, sottolinea il cadere delle illusioni legate agli ideali di quella generazione: la guerra non è gloriosa e bella, nè cavalleresca, ma è terribile, devastante. Questo movimento viene suonato con rabbia, soprattutto quando i violoncelli suonano la melodia del violoncello, melodia che diventa dissonante proprio alla fine, piena di frasi addolorate ripetute ossessivamente, in modo straziante, sino alle ultime battute, desolate e drammatiche. Un concerto toccante, emozionante, commovente, intenso, che parla di un grande amore, che non si è mai spento, nonostante gli anni e la lontananza.
Breve discografia:
Edward Elgar: Concerto per violoncello ed orchestra in mi minore op. 85. Sir John Barbirolli direttore; Jacqueline Du Prè violoncello. Disco EMI CLASSICS
Edward Elgar: Enigma Variations (Variazioni su un tema originale) op.36 - Pomp and Circumstance March: - Philadelphia Orchestra diretta da Daniel Baremboim. Disco Sony Classical
Edward Elgar: Sospiri, elegìa per arpa, orchestra d’archi, organo opera 70. English Chamber Orchestra diretta da Daniel Baremboim.
Edward Elgar: Concerto per violino. London Philarmonic Orchestra diretta da Sir Adrian Boult. Violinista Yehudi Menuhin. BBC Records.
MUSICA, MUSICA...
giovedì 12 febbraio 2009