a casa di ross

a casa di ross
Chi avesse avuto modo, ieri, di passeggiare per il parco vicino a casa mia, avrebbe visto un capannello di persone (tra le quali me) che si passavano di mano dei piccoli foglietti. No, niente pusher e niente bustine di roba strana... bensì punti. Punti per la raccolta a premi di varie marche. Cedevo punti del latte e dei biscotti in cambio di punti del pane e dei grissini. Questi singolari appuntamenti per lo scambio iniziano, in genere, a Febbraio, si intensificano a fine Aprile, per poi diventare frenetici a Maggio, quando mancano pochi punti e poco tempo al completamento delle cartelle: e quindi si lanciano drammatici ed accorati appelli in cerca di punti. Lo so che diamo un ben triste spettacolo, finanche diseducativo per i pargoli, ma è più forte di alcune di noi... dobbiamo terminare la raccolta e ricevere a casa panieri, tovaglie, tazze, abbonamenti a riviste, piatti (che, lo sappiamo, costerebbero meno a comprarli, ma tant’è..). Io stessa sono la più “assatanata” di altre, a caccia di punti, nel telefonare in giro a parenti ed amici alle ore più indecenti per chiedere se ci sono punti di quella o questa marca. Anche perché i punti che non servono a me serviranno alle amiche, quindi sono in caccia anche di quelli che non mi servono. Ma sì, ve lo dico, che cosa ho potuto fare, otto anni fa, per avere un orologio da cucina a forma di mucca: ho costretto me ed il Gian a mangiare chili di formaggio al punto da farci venire quasi l’orticaria (ho dovuto regalare le eccedenze, era fisicamente impossibile, in due, mangiare tutta quella roba). Per un bollitore di una marca di biscotti, venticinque anni fa, ho rischiato di far venire il diabete ai miei genitori, acquistando chili e chili di quei biscotti (ci abbiamo messo settimane, a smaltire le scorte). Per avere uno zaino da pic nic “omaggio” di una marca di benzina, ho mobilitato amici e parenti, e ricordiamo ancora, con divertimento, l’arrivo di mio cugino Sandro che, ci ha raggiunti di corsa al porto di Cagliari (mancava poco all’imbarco), chiamandomi a gran voce e sventolando il prezioso punto che serviva a completare la raccolta (eravamo agli ultimi giorni utili), festeggiato come Orazio Coclite... Credo che chi ha concepito la raccolta dei punti abbia capito quale meccanismo perverso e diabolico sia, questa che, in linguaggio pubblicitario, si chiama operazione di marketing! A proposito, ehm, sarei molto grata a chi mi regalasse i punti del pane in cassetta, dei grissini e dei crackers di una famosa azienda alimentare di Parma, per avere il cestino “caldopane” ed il “tostalafetta”... Ovviamente in cambio di altri punti. Ormai il tempo comincia a stringere, e spero vivamente di non ridurmi ad andare, nottetempo, per cassonetti della spazzatura, in cerca di confezioni munite di punti... Insomma, l’ho tirata per le lunghe, però spero abbiate capito che ho acquistato il gorgonzola per ritagliare il prezioso punto da scambiare: una volta giunta a casa ho dovuto meditare su come utilizzarlo, così mi è venuta l’idea di preparare il risotto al gorgonzola... approfittando che, comunque, in casa noi si ami di molto il gorgonzola. Ho usato del riso lombardo, della Lomellina, ed il grana padano, cercando di rimanere nel territorio della amata Lombardia il più possibile, ottenendo un risotto delicato e profumato, davvero delizioso.
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RISOTTO ALLA FONDUTA DI GORGONZOLA
martedì 28 aprile 2009