a casa di ross
a casa di ross
Per me gli oggetti hanno un’anima. Una vita loro. Una loro volontà. A prescindere da quelli che mi detestano e sfuggono dalle mie mani, preferendo schiantarsi per terra e frantumarsi, od infrattarsi in pertugi talché il loro recupero sia difficoltoso al massimo (l’angolo più sperduto sotto al mobile più lontano e basso, per esempio), e quelli che si nascondono per settimane, sottraendosi alle mie ricerche più pignole e disperate. Tranne saltar fuori, come per caso, proprio quando non ti servono ( e allora sì, che vorresti lanciarli in orbita, o nella discarica più lontana, a suon di calci...). C’è poi stato lo strano caso della lavastoviglie (urca, sembra quasi il titolo di un libro di Sherlock Holmes): carica sino all’inverosimile (riesco a farci entrare veramente di tutto, mettendo i pezzi ad incastro come un puzzle anche là dove le leggi della fisica lo negherebbero) non parte. Ha emesso un brontolio sordo per un minuto, due minuti, pare che si sforzi, che provi a partire, ma non è partita. Poverina, la capisco, son dieci anni che, lava pentole, bicchieri, piatti e posate, oltre a tutto ciò che è umanamente possibile stipare dentro di lei, avendo subìto anche un trasloco: si sarà ben tediata, e capisco che una lavastoviglie, (come tutto ciò che appartiene a questo mondo terreno) prima o poi getti la spugna e soccomba, dichiarando il k.o. tecnico. Però l’ipotesi di restare senza lavastoviglie, sia pure per una settimana, mi aveva gettato nella tragedia più oscura. Vagavo per casa, orbata di sì tanto spirto, desolata ed inconsolabile, mentre il Gian, più pratico, aveva già cominciato a guardare prezzi, caratteristiche e marche delle lavastoviglie, su Internet. Per due giorni era rimasta costì, perché non osavo neanche pensare di recuperare tutto ciò che giaceva dentro, sporco, e lavarlo a mano. Ogni tanto la blandivo, promettendole un lavaggio con un detergente speciale, la ricarica del sale, un brillantante extra lusso a cui, speravo, sarebbe stata incapace di resistere. Il Gian, sempre ottimista (se non è ottimista lui, con una moglie svagata come me...) mi disse di provare a metterla in funzione. Ma figurati, ho risposto con voce funerea, se si rimette in funzione dopo due giorni. Se è rotta, è rotta. Amen. Questa è la mia logica. Invece, ogni tanto, a dar retta ai mariti, ci si azzecca. Scettica, ho premuto il pulsante on... ed è partita!! E’ da tre settimane che va meglio di prima. Ancora aggrotto le sopracciglia, ogni volta che la apro e ci butto dentro una tazza od un mestolo. Però le ho dato un’amorevole pacca, e, come promesso, le ho messo un bel pò di sale ed un deodorante nuovo agli agrumi. Non si sa mai... Poi...e poi si è verificato un altro mistero, quello dello spazzolino da denti. Antefatto: da alcuni anni ho una spazzolino per i denti che va a batteria. Ogni due mesi cambio la testina con le setole nuove, e la batteria. Un mesetto fa, improvvisamente, è morto. Bam. Kaputt. Ho smontato lo spazzolino, ho cambiato la testina e la batteria, ho ripulito bene l’interno. Niente. Vabbè, mi son detta, per un po’ lo userò come uno spazzolino manuale, poi vedrò di acquistare uno di quelli “spaziali”, che vendono nei grossi negozi di elettrodomestici, sapete, di quelli che hanno anche l’idropulsar e magari anche il raggio laser... si, insomma, quella roba lì... Per un mese sono andata avanti così, con lo spazzolino morto, ma il bello era che, riflesso automatico di Pavlov, continuavo ad accenderlo, anche se non funzionava, e, altrettanto diligentemente, lo spegnevo, prima di riporlo. E poi... l’altro ieri sera, premendo il pulsantino, è ripartito. Come se niente fosse. E continua ad andare tranquillamente. Se qualche anima gentile volesse dissipare le tenebre che avvolgono questi accadimenti, oltre che la mia ottusità in materia, sarebbe bene accolta... Bene, dopo aver concionato di oggetti e di cose meccaniche, veniamo alle zucchine alla Ross, così nominate perché strampalate, perché... mie. Sicuramente non le avrete mai viste, in tal guisa... Le faccio spesso, perché mi piacciono le zucchine, mi son sempre piaciute. Sono delicate, versatili, profumate, veloci da preparare, un bel contorno. Dai e dai, preparale oggi, preparale domani, in dieci anni ho sviluppato un procedimento che non so se abbia eguali. Però so che, preparate così piacciono anche al Gian, che me le chiede spesso. Starà diventando strano anche lui? Perché lo sapete, vero, che chi va con lo zoppo....
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ZUCCHINE DI ROSS
mercoledì 29 aprile 2009