a casa di ross
a casa di ross
Antonio Salieri, un grande compositore e musicista ingiustamente dimenticato: non solo, ma anche, addirittura, calunniato: non è vero che avvelenò Mozart... ma purtroppo, per decenni, questa diceria circolò per il mondo. Salieri nacque a Legnago, vicino a Verona, nel 1750, da famiglia modesta, e morì a Vienna nel 1825. Studiò musica a Venezia, e nel 1770 prese il posto del suo maestro, Gassmann, come maestro di cappella alla corte imperiale. Fu la sua “Europa riconosciuta” ad inaugurare il Teatro alla Scala, nel 1778, opera che riscosse grande successo e che gli valse molti riconoscimenti; Salieri però, assumendo anche la carica di compositore di corte, scelse di dedicarsi all’insegnamento: tra i suoi allievi figurano Beethoven (che gli dedicò le tre sonate op. 12), Schubert, Listz, Meyerbeer, ed Hummel, ed ebbe notevole influenza su un altro ottimo compositore italiano, Gaspare Spontini. Organizzatore instancabile, nel 1817 fu uno dei fondatori del Conservatorio di Vienna, poi nel 1821 ebbe un grave esaurimento nervoso che degenerò in malattia mentale. Fu un autore di successo e di una felice ed ampia produzione di musica sinfonica e sacra, con ben 6 messe ed un Requiem, nonché cameristica. Tra le oltre 40 opere liriche che portò in scena, citerò “Tarare”, portata in scena a Parigi nel 1787, con il testo scritto da Beaumarchais, che venne replicata a Vienna l’anno dopo con un altro titolo, “Le Danaidi” (che scrisse sempre a Parigi su invito di Gluck, nientemeno), “La grotta di Trofronio”, la bellissima e divertente “Prima la musica e poi le parole”, celebre parodia del costume melodrammatico, ed il “Falstaff”, del 1799. Musicalmente affine a Gluck, Salieri è stato capace di trattare espressivamente e drammaticamente tutti gli elementi del melodramma, recitativi compresi, e fa uso di una ricca e suggestiva strumentazione. Cecilia Bartoli ha, in questo bellissimo disco, rispolverato, ed a ragione, 13 arie meravigliose, eseguite con impareggiabile virtuosismo: incanta, perfettamente sicura e padrona della tecnica e della voce. Mi sono piaciute particolarmente: “Son qual lacera tartana”, “ E voi da buon marito”, ma l’aria che preferisco è : “Vieni a me sull’ali d’oro”, un canto che invoca il sonno, il quale reca il sogno, apportatore di “finto piacer”: unico mezzo per rivivere l’unione con l’amato, ora distante, nella speranza di riaverlo accanto al risveglio. Un canto sospeso nel sogno, nel sospiro, accompagnato dagli archi con sordino: un vero richiamo d’amore, tenue, composto, struggente. La stessa Bartoli dichiara, sul retro di copertina: “Scoprire le opere di Salieri è stata una grande esperienza. Salieri resta uno dei più grandi compositori, anche se la sua musica è stata sottovalutata e raramente eseguita. Questa selezione di brani scelti combina la belezza di espressione con una sorprendente tavolozza musicale e strumentale. Spero che questo disco aiuterà Salieri ad emergere dall’ombra di Mozart e gli accordi finalmente lo status che merita.” Posso dire che, almeno per me, l’obiettivo che la Bartoli si proponeva è stato raggiunto: è un disco che ho tra i miei più cari.
Cecilia Bartoli - The Salieri Album
Orchestra of the Age of Enlightenment diretta da Adam Fischer.
Decca - 2894751002
MUSICA, MUSICA......
sabato 1 agosto 2009