a casa di ross
a casa di ross
Ci piace l’Umbria, così verde e ricca di storia, di borghi antichi, di buon vino, olio squisito ed altri splendidi prodotti del territorio. Oggi ci siamo fermati in due piccoli centri, ma ricchi di bellezza e di colori: Deruta, e Torgiano, che è un gioiello antico, nato in epoca romana, perché esisteva un porto fluviale connesso con la via Amerina, (quando il Tevere era navigabile da Città di Castello a Roma) posto su un’altura, nelle immediate vicinanze della confluenza del Tevere con il Chiascio. Nel 1274 il Comune di Perugia deliberò la rifondazione del castrum Torsciani nell’area dell’antica Pieve di San Bartolomeo, per insediarvi una guarnigione a protezione dei propri confini. Parcheggiata l’auto in Piazza Matteotti, il nostro sguardo è stato catturato dalla bellissima e medievale Torre Baglioni, (il borgo fu un feudo della famiglia perugina) simbolo di Torgiano, che si staglia tra gli alti e slanciati cipressi. Quello che mi piace, quando passeggiamo per i paesi come questo, è il sentire il profumo della legna bruciata nei camini, che proviene dalle villette e dalle case intorno, che è un profumo particolare e suggestivo. In effetti è una giornata molto fredda, persino Joannes Carolus, notoriamente sprezzante del freddo, ha alzato il bavero del cappotto e tiene le mani in tasca (e, se ha freddo lui... immaginate me!). Ho trovato intenso e bello il viale della Rimembranza, dedicato dal comune ai suoi caduti della prima guerra mondiale: ogni cipresso ha alla base una targa con il nome e la data di morte di un giovane soldato torgianese. Arrivati alla piazza, ho fotografato una fontana moderna, posta sotto le mura dell’antica fortificazione, parzialmente demolite per erigere il campanile della Chiesa di San Bartolomeo, chiesa riedificata nel ‘700 sulle rovine della Pieve duecentesca; dove abbiamo potuto ammirare il Cristo deposto, opera di Felice Pellegrini, appartenente alla scuola del Barocci, del 1588. Usciti, abbiamo passeggiato per il Corso Vittorio Emanuele II, dove c’è il palazzo comunale edificato circa un secolo fa, ed il barocco Palazzo Graziani Baglioni, sede del Museo del Vino, che è in fase di ristrutturazione ma conserva una galleria affrescata alla fine del ‘600. C’è anche un interessante museo dell’Olio, sistemato sui tre piani di un antico edificio. Infatti Torgiano (Borgo di Giano) è ricca non solo di vigneti, ma anche di uliveti che danno un olio fruttato e leggero. I suoi vini più pregiati sono il Torgiano Rosso Riserva, (l’unica DOCG dell’Umbria insieme al Sagrantino di Montefalco), e la DOC Torgiano, mentre il territorio comunale è inserito nell’itinerario della Strada dei Vini del Cantico. Il grano, la farina e l’olio sono gli elementi fondamentali dei piatti della tradizione locale, che sono la torta al testo (dal nome della pietra arroventata al fuoco del camino) su cui si cuoce l’impasto di farina ed acqua, impasto poi farcito con prosciutto o verdura lessata; la schiacciata cotta al forno e condita con foglie di salvia o cipolla e la torta di Pasqua, a base di farina, uova e pecorino. Ovviamente, essendo l’Umbria territorio di produzione di cicerchia e lenticchie, un primo piatto tipico è la zuppa di legumi ed ortaggi. Abbiamo quindi lasciato Torgiano e siamo andati a Deruta, ameno paese lungo la via Tiberina, dove esisteva già un borgo in epoca romana, che si è poi sviluppato durante il Medioevo, borgo che fu distrutto tre volte nella sua storia, sinché non fu assoggettato a Perugia, nel XII secolo, che vi mandò un podestà e vi fece costruire un castello; Deruta fece poi parte dello stato pontificio sino al 1870. Sin dal 1290 la sua ceramica è famosa, fatta di colori stupendi e disegni affatto particolari, che a me piace tantissimo. La chiesa di S. Francesco è del XIV secolo, recentemente restaurata, una bella facciata con rosone, affiancata da un campanile aperto da bifore ogivali; l’interno è ad una navata, con abside poligonale e con dei suggestivi affreschi di scuola umbro senese. Nel raccolto e semplice chiostro trecentesco c’è l’ingresso al Museo della Ceramica, che raccoglie importanti testimonianze dell’arte ceramica, con pezzi importanti ed antichi. Nel medievale palazzo comunale dalla bella facciata arricchita da tre bifore romaniche, tutto ti aspetti tranne che di trovare un leone veneto in travertino, simbolo della Serenissima, ma dove ho fotografato l’atrio con orci in ceramica, un bel soffitto con le volte a vela, frammenti architettonici ed iscrizioni romane e medievali.
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TORGIANO E DERUTA
domenica 24 gennaio 2010