a casa di ross

a casa di ross
Ho sempre molto amato Paperoga, così innocente e disorganizzato, confusionario, svagato; le sue avventure, che coinvolgono sempre Paperino, iniziano di solito con qualche sua idea apparentemente ingegnosa, in realtà strampalata, cosa che avrà poi immancabilmente sviluppi tragicomici. Figlio di Lulubelle Loon e di Eider Duck, Paperoga (in inglese Fethry Duck), fonda le sue multiformi competenze sui manuali che ha letto ed i corsi a dispense, (che smette di acquistare dopo la quarta o quinta dispensa, per iniziarne un altro). E’ ottimista, solare, disordinato e candido, sempre vestito con un maglione ed un berretto rossi, un po’ spettinato; ha, come Paperino, Pippo e Paperina, un alter ego mascherato, Paper Bat, ma nemmeno con la tuta da super eroe riesce a non essere imbranato: tipico di Paper Bat, infatti, è l’inciampare in un bidone della spazzatura proprio nel momento topico, ciò che rischia di vanificare l’impresa in cui si è imbarcato. Spassoso oltremisura, Paperoga è appassionato di yoga (il suo nome italiano, è infatti la contrazione di Papero Yoga), disciplina che ha cercato invano di insegnare ad un riluttante Paperino. A volte costretti a corvée ed avventure in capo al mondo dallo zio Paperone, Paperoga e Paperino sono mine vaganti, una specie di Stanlio ed Ollio dei fumetti, capaci di ogni genere di catastrofe: ancora oggi ridiamo sino alle lacrime, con Joannes Carolus, rievocando un episodio successo dieci anni fa, (Paperoga e gli oroscopi a fumetti, pubblicato su Paperadamus, storie dal nuovo millennio, 2000) episodio nel quale scopriamo che entrambi i pasticcioni appartengono al segno dei Pesci; quando Paperino e Paperoga tentano più volte di spiegare a zio Paperone una storia a fumetti da loro ideata, sempre interrotti nel solito punto da un sonoro “crash” di lamiere ammaccate, causato dal continuo ammucchiarsi di altre auto sull’auto di zio Paperone stesso, già danneggiata in precedenza dall’auto dell’astrologo licenziato; comicissimo poi l’episodio (Paperino, Paperoga e il ristorante esasperante, del Marzo 1996) in cui i nostri eroi sono costretti da zio Paperone ad aprire un locale dove si servono diversi tipi di cucina (di volta in volta cinese, indiana, messicana, andina, africana, lappone, antartica, neo sub equatoriale punk, cucina macroidiotica e postvegetosubliminale dark), dove uno dei piatti forti è il pasticcio alla Paperoga: pasta a casaccio, fatta saltare in padella con pinoli, uvetta, peperoni, canditi, spinaci, melanzane, mele cotte, panettone, pollo e ciliegine sotto sale, cotto per cinque ore, (ma anche quattro vanno bene); e siccome non è mai disponibile, Paperoga propone infallibilmente pasta al burro o pasta al pesto (nel senso che Paperoga cameriere pesta i piedi al cliente mentre serve la comanda); ristorante dove ne succedono letteralmente di tutti i colori. Uno degli ultimi episodi della coppia maldestra risale all’Aprile di quest’anno, e si intitola “Paperino, Paperoga ed il grande Mou” dove i nostri sgangherati eroi devono allenare la squadra di Paperopoli che deve sfidare la squadra allenata dal grande Mou, con risultati ovviamente esilaranti. E come non citare l’episodio, dove il nostro eroe fa il suo esordio, pubblicato nel 1964, in cui Paperoga discettava con Pico de Paperis di cucina, come se entrambi fossero due grandi esperti dell’argomento. A questo papero sgangherato, candido, felicemente ed involontariamente spassoso, svaporato, imbranato, ma sempre ottimista, che, per aver letto un manuale di cucina pensa di essere uno chef provetto, dedico, con tanto affetto e simpatia, gli spaghetti che ho preparato oggi (il pasticcio di pasta alla Paperoga è ovviamente improponibile); semplici semplici, a prova di imbranamento: gli spaghetti di Paperoga, appunto...
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GLI SPAGHETTI DI PAPEROGA
lunedì 18 ottobre 2010