a casa di ross
a casa di ross
Quando si dice: “Le ultime parole famose”: non più di un mese fa avevo detto nonché proclamato che basta, niente più animali in casa, abbiamo già dato, stiamo bene così, con un cane ed una gatta, non ho più voglia di eccetera eccetera eccetera. Ieri sera, dopo cena, ho sentito dei miagolii strazianti e disperati, sotto al balcone della cucina. Mi sono affacciata ed ho visto uno scricciolo ossuto che si aggirava tra i cassonetti della spazzatura, smarrito ed evidentemente spaventato ed affamato, ho avvisato Joannes Carolus, che passeggiava con Taddy, e che non poteva evidentemente avvicinarsi; dopo aver resistito dieci minuti, ho raggiunto Joannes Carolus e Taddy e mi sono avvicinata ai cassonetti con una scodellina di latte, almeno per sfamarlo. L’idea era di sfamarlo e lasciarlo lì, sperando che qualcuno di buon cuore lo portasse a casa, (c’era anche un altro micino nero, portato a casa da una ragazza proprio cinque minuti prima che arrivassi io), o che tornasse la loro mamma, anche se so che le gatte raramente lasciano in giro i loro pargoli, anche quando vanno a caccia per procurare loro il cibo. Vederlo lappare avidamente il latte, esprimendo la propria gioia con delle fusa degne di una motosega, mi ha intenerito; e, quando mi ha dato una lappatina alle dita, e poi si è lasciato prendere in braccio non c’è stata più partita: ho subìto un k.o. che non mi ha lasciato scelta. L’abbiamo portato a casa, quasi in trionfo, causando un trambusto notevole: Taddeo, con il suo sorprendente vocione, ha cominciato ad abbaiare in maniera scomposta e sguaiata, ciò che ha indotto il cane del nostro vicino a sentirsi in dovere di esprimere la sua personale partecipazione alla vicenda, mentre la gatta vociava e soffiava al suo indirizzo. Per dieci minuti il frastuono è stato tale che abbiamo dovuto alzare la voce per poterci sentire, ciò che ci ha fatto temere di dover abbandonare il progetto di accoglierlo in casa. Per il momento abbiamo attrezzato la sua nursery nel nostro bagno, perché Taddeo è tutt’ora dimolto contrariato ed è l’unica incognita: ci vorranno diversi giorni, prima che si abitui al micetto, che abbiamo chiamato Otto. E poi dicono che venerdì 17 porti sfortuna...
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OTTO
venerdì 17 settembre 2010