a casa di ross
a casa di ross
Arrivati a Santa Maria del Bagno ad oltre mezzanotte, tra una cosa e l’altra, siamo andati a letto alle due, per via di bazzecole come lo scarico dell’imponente bagaglio, la mole notevole delle chiacchiere (non ci si parlava da qualche giorno, ma avevamo un bel po’ da raccontarci, Azzurra ed io), la consumazione di una cena veloce messaci a disposizione da Azzurra e suo marito, nonché di uno scatenato Taddeo che ha dato il peggio di sé dopo oltre sei ore di viaggio chiuso nel trasportino. La cosa avrebbe dovuto stendermi, invece alle 7 ero praticamente pronta per uscire ed ho buttato giù dal letto tutti quanti, cosa che non è stata accolta con il massimo del giubilo. Dopo una congrua prima colazione in pasticceria, al Piccadilly, nella graziosa piazza con vista su Santa Caterina, (con doppio cornetto d’ordinanza per me), siamo arrivati in quel di Gallipoli, (l’antica città bella, dal greco Kalè pòlis) che abbiamo battuto palmo a palmo, trovandola davvero di molto, di molto bella e fascinosa, con il suo centro antico posto su un’isola, collegata alla terraferma da un ponte. Ho trovato molto suggestiva la farmacia, ancora ferma all‘800, con le boiserie in noce e le vetrine colme di vasi di ceramica, e di molto ricche le chiese, specialmente quella della Purità ed il Duomo. Molto belle le botteghe ed i negozi, come sempre, ricchi di prodotti di artigianato e prodotti eno gastronomici, il che ha reso la nostra passeggiata particolarmente piacevole. Per il pranzo siamo rientrati a Santa Maria del Bagno, altrimenti detta Marina di Nardò, da Ginetto sul lungomare, dove abbiamo speso circa 40 euro per mangiare una frittura di pesce, un’ insalatina mista ed un tagliere di salumi e formaggi locali, due bottiglie di acqua minerale, coperto e servizio, in una terrazza dove si gode della splendida vista della vicina Gallipoli e del cielo e del mare azzurri oltre misura. Poi siamo andati a Lecce, desiderando scoprire la città sede principale del barocco leccese, nel fresco del meriggio estivo: notevole e di grande impatto la scenografica piazza del Duomo, e la chiesa di Santa Croce, l’anfiteatro romano ed il teatro romano, e le chiese di San Matteo e Santa Chiara. Abbiamo quindi cenato alla Magiàda Locanda, in Via Vittorio Emanuele II, 48 a pochi passi dalla splendida piazza del Duomo, in un ambiente carino e familiare, dove abbiamo speso 34 euro per mangiare una caprese di bufala e pomodorini (eccellente), un tagliere di salumi e formaggi (idem), un piatto di moscardini con piselli e pancetta (del costo di 7 euro, e che Joannes Carolus ha giudicato semplicemente eccezionali), un’insalata mista, bevande e coperto. Ci siamo attardati ancora, dopo cena, a passeggiare per le vie di Lecce, godendo ancora dello splendido barocco, delle chiese, dei negozi e le librerie (tutto aperto sino a tarda sera). L’unico neo di Lecce sono i ciclisti che hanno la pessima abitudine di percorrere contromano ed a tutta velocità le vie cittadine, rischiando di arrotare i malcapitati passanti che non stanno abbastanza attenti, come me...
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GALLIPOLI E LECCE
giovedì 2 settembre 2010