Sono stata rapida, incisiva, determinata: sono andata in Via Cola di Rienzo, oggi, antivigilia di Natale. Una decisione temeraria, perché ben conscia che oggi sarebbe stata super affollata (ed uso un eufemismo); decisione che ho preso perché avevo necessità della melassa, ingrediente indispensabile per preparare i gingerbread, e perché volevo acquistare  un regalo per il mio consorte, cosa che non avrei potuto fare domani con lui presente. Inoltre venire qui domani, sarebbe stato un vero massacro (abbiamo già dato e Joannes Carolus non si sarebbe lasciato trascinare qui neanche a pagarlo), ma soprattutto perché vorrei trascorrere il pomeriggio di domani in cucina, a preparare il cenone della vigilia senza correre. Son rientrata a casa dopo solo tre ore e mezza, (incredibile) poiché carica come un mulo (e si che dovrei saperlo che entrare in codesti posti sarebbe stato pernicioso), dopo aver visitato Peroni e Castroni, Coin e la libreria Mondadori, trascinando varie pesantissime borse (il vaso di melassa pesa 740 gr, ed anche i libri non scherzavano). Cola di Rienzo era invasa da un oceano di auto che la bloccavano quasi interamente, mentre i marciapiedi erano affollati di varia umanità che cercava, come me, regali ed idee per i cenoni delle feste nei negozi di gastronomia. Far la spesa da Castroni l’antivigilia di Natale equivale ad esporsi a dei combattimenti corpo a corpo per risalire lo stretto corridoio pieno di ogni ben di Dio che porta alla cassa, in mezzo ad altri che sgomitavano per raggiungere le stesse prelibatezze, sognavano davanti agli scaffali, o semplicemente prendevano un caffè. Insomma, sono tornata a casa come un reduce dalla campagna di Russia, ed ho un bel giurare a me stessa che non lo farò mai più: già so che l’anno prossimo mi ridurrò ancora a ridosso del Natale, a cercare da Castroni e da Peroni qualche caccavella o qualche altro ingrediente assolutamente indispensabile. Deja vu, deja vu...

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