Dovevamo solo acquistare tre cose: invece siamo usciti dal supermercato con sei grandi buste piene, straripanti di generi alimentari, con la verdura ancora da acquistare a parte dal nostro fruttivendolo di fiducia. Ma come siamo riusciti in codesta fantastica impresa, si è chiesto un allibito Joannes Carolus, guardando lo scontrino, lungo come il papiro di Rhind, la cifra stratosferica finale che troneggiava in grassetto come la ciliegina sulla torta. Non era mica finita: la giornata oggi ha contemplato anche la visita dal nostro giornalaio, (che ci accoglie sempre con un sorriso che va sino alle orecchie), dal nostro benzinaio (che si inchina alla giapponese quando ci vede), dal nostro negozio per animali (il cui proprietario ci srotola il tappeto rosso all’entrata), per le crocchette dei pelosi, il nostro fruttivendolo, appunto, (aduso salmodiare di gioia  al nostro ingresso), ed in tintoria, (il cui gestore stappa un prosecchino per la gioia di vederci). Siamo tornati a casa carichi come i muli alpini della prima guerra mondiale, di molto alleggeriti nel portafogli, (per la famosa legge di compensazione dei vuoti e dei pieni). Solo per portare a casa le numerose buste abbiamo sfacchinato e sudato come bovari maremmani; per sistemare il contenuto delle dette buste (trovando posto e sistemazione nel frigo ed in dispensa, già afflitti dall’horror vacui, ci ho impiegato ben venti minuti e notevole perizia tecnica), mentre il mio serenissimo consorte controllava e ricontrollava, mugolando, scontrini e ricevute; infine, ho anche preparato il pranzo e rigovernato la cucina. Pareva che non ce ne fosse più per nessuno, e che avrei passato il pomeriggio a gemere sul divano dalla stanchezza; invece ho zampettato lietamente in cucina, ove ho preparato codesti sablèe deliziosi, leggermente profumati di anice, con una ricetta presa da Sale e Pepe del mese scorso. Ricetta che però ho modificato, sostituendo la farina 00 con quella di riso, in modo da poter rendere i diamanti acconci e convenienti agli intolleranti al glutine. Il divano può attendere...

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