a casa di ross
a casa di ross
E’ da qualche giorno che i membri del nostro mini condominio (siamo appena sei famiglie) si sono attivati per decorare case e condominio istesso. E’ bello rientrare a casa e trovare l’aiuola davanti al portoncino addobbata, con l’alberello decorato da lucine, quasi a farne un abete natalizio, così come trovo molto festoso che le nostre porte d’ingresso siano affollate di Babbi Natale, scopette, stelle d’argento, palle colorate, renne strambe ed anche strabiche, festoni, stelle di Natale rosse. Abbiamo dato il via all’operazione “Addobbo natalizio”, ed ho spedito Joannes Carolus in soffitta a recuperare gli scatoloni. Dopo aver sentito dei tonfi sordi, qualche mugolìo e dello strisciare, ho visto rientrare un Joannes Carolus ansante e carico di roba. E’ incredibile come da un anno all’altro io mi dimentichi di quello che abbiamo accumulato in tanti Natali. Lentamente sono riemersi dal buio degli scatoloni angioletti, lucine, pupazzi, decorazioni, festoni, palle, candele, centro tavola, ghirlande, i pezzi del Presepe che ormai hanno 40 anni, babbi natale, nastri, la renna natalizia strabica e stramba (eh si, poteva essere solo nostra) da appendere allo stipite della nostra porta, ed altro ancora. Ovviamente mi son trovata a preparare contemporaneamente il pranzo, il presepio, il centro tavola con le candele rosse, le ghirlande da appendere in casa, ed anche a rispondere alle telefonate. Mentre parlavo al telefono con Luca, avevo in mano l’albero di Natale finto, che cercavo di montare, e vi assicuro che è difficile, avendo a disposizione solo due mani, delle quali una era occupata a tenere la cornetta. Intanto che parlavo, non mi tornavano i conti, perché avevo due pezzi di albero che però non combaciavano tra loro ed inoltre uno dei due non entrava neanche nella base predisposta. Alla fine sono riuscita a risolvere il mistero, perché ho capito che Joannes Carolus aveva sottratto indebitamente l’albero di Natale ad un nostro vicino di casa... Sempre preparando il brodo e con il telefono in mano, ho preparato l’alberello, tenendolo in bilico sul pianoforte. Intanto che parlavo e tenevo sott’occhio il brodo, addobbavo ed appendevo e sistemavo luci, ghirlande e decorazioni. Non c’è bisogno di scomodare Bergson, questa volta, per indovinare che la mia ahimè sciagurata tendenza a fare tre cose contemporaneamente sia stata la causa dell’abbattimento del sopracitato albero. E’ volato tutto, in un tripudio di luci, palle, babbi natale di gesso e di pupazzetti natalizi, ghirlande e stelle, angioletti e lucine, con me che gridavo e sventolavo le mani come pale di un mulino, non sapendo dove afferrare per fermare la frana. Peccato mancasse la videocamera, avremmo potuto partecipare a Paperissima, ed avremmo anche vinto qualche premio, scommetto. Ho guardato sconsolata il disastro mentre, come sempre, prontamente Joannes Carolus si è lanciato in soccorso della damigella in periglio. Si è messo pazientemente a recuperare i pezzi strappandoli anche dalle zampe della Tatti che ci stava giocando, poi ha ricomposto pietosamente i miseri resti di un Paperino natalizio frantumato. Dopo aver incollato, recuperato lo status quo ante, ripulito e riordinato, ci siamo finalmente seduti alla tavola, ormai diventata natalizia, per il pranzo, per gustare un risotto molto lombardo, che di più non si può. Ho usato il riso della Lomellina, l’olio della riva bresciana del Garda, il Taleggio ovviamente, ed il burro di Beppino Occelli che è piemontese si, ma è vicino geograficamente alla Lombardia. A noi è piaciuto molto, delicato, morbido, rigorosamente all’onda, ben mantecato e profumato, da godere in santa pace in questa piovosa e fredda e domestica domenica d’Avvento, dopo aver sì tanto tribolato.
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RISOTTO ALLA FONDUTA DI TALEGGIO
domenica 13 dicembre 2009