a casa di ross
a casa di ross
Se questo diario fosse un romanzo, intitolerei il capitolo di oggi: di come dunque, una volta tanto la palma della più svagata della compagnia non sia stata assegnata a me. Ieri sera avevamo appuntamento con degli amici in un ristorante in centro, per una cena fissata da tempo. Arrivati al ristorante all’ora fissata, abbiamo atteso invano i nostri amici per almeno venti minuti. Di ritorno al nostro tavolo dopo un’amena conversazione con il proprietario del ristorante, ho trovato Joannes Carolus perplesso dopo una telefonata con i nostri amici; che mi ha domandato se per caso avessi dato ai nostri amici l’indirizzo di un ristorante in Via Cavour. Alla mia negazione, mi ha chiesto allora circa un altro ristorante a piazza Cavour, (peraltro ben lontano da Via Cavour), dove eravamo già stati in passato ma che non c’entrava nulla con quello fissato in Via Cola di Rienzo. Insomma, un pasticcio. Credendo che tutti fossero convinti che fossi stata io a combinare il qui pro quo, ho finalmente avuto un’intuizione che mi è venuta in soccorso: ho potuto mostrare a Joannes Carolus i tre sms mandati con notevole anticipo, nei quali, diligentemente, specificavo nome del ristorante, indirizzo ed ora (meno male che non li avevo cancellati). Ero salva. Era stata la nostra amica ad aver letto, di fretta ed a modo suo il messaggino, chissà perché convinta che il ristorante fosse in Via Cavour; ma lo spasso era che loro stavano vagando da venti minuti per Via Cavour, cercando noi ed il ristorante (che, ovviamente, non c’era), meravigliandosi per il nostro ritardo. Dopo la telefonata chiarificatrice, infine siamo stati da loro finalmente raggiunti al ristorante, quello giusto, in tempo per non morire noi due d’inedia; trascorrendo una piacevolissima serata tra le risate: specialmente le mie, che, per almeno una volta, non ho causato tutta codesta baraonda. Stamattina, ancora lieta di aver ceduto, sia pure momentaneamente, lo scettro di svampata della cricca, ho sfornato un buonissimo dolce di mele in cocotte per la nostra prima colazione, sapendo bene che i dolci con le mele rendono di molto felice Joannes Carolus. La ricetta, antichissima perché proveniente dal mio poderoso, giurassico archivio, prevede l’impiego dei bicchieri (la bilancia non essendo evidentemente stata ancora inventata) quale misura: basterà prenderne uno graduato per calibrare gli ingredienti; anche se ho pesato tutto, e sono in grado di dare le dosi esatte. Però chi desidera farne di meno può usare i vasetti dello yogurt, che sono più o meno la metà rispetto al bicchiere, oppure una tazza qualsiasi in dotazione alla credenza di casa. Come si dice: tutto è bene ciò che finisce bene; ma, d’ora in poi, non cancellerò i messaggini con le coordinate dei nostri futuri rendez vous. Non si sa mai...
Cliccare sulla foto per accedere alla pagina con la ricetta e le foto della preparazione.
DOLCE DI MELE IN COCOTTE
domenica 13 marzo 2011