Pareva strano che Otto stesse tranquillo per due giorni consecutivi; sentendo sospetti fruscii e rumori insoliti, mi son precipitata in cucina, trovandovi uno spettacolo sconfortante: ciò che una volta fu il sacchetto della spazzatura giaceva rovesciato e sdrucito in più parti; scasso con destrezza che ha avuto come conseguenza la fuoriuscita di tutto il contenuto, sparso ecumenicamente un po’ ovunque. Ho quindi dovuto pazientemente e faticosamente recuperare pezzo per pezzo tutta la ben poco profumata rumenta, ciò che mi ha permesso di scoprire l’agognata golosità cui mirava il gatto della teppa: la confezione di ricotta ormai vuota e le cartine del Philadelphia alle erbe che ho reclutato al fine di colmare la dose di ricotta vacante, per confezionare codesta quiche, stravolgendo la ricetta originale, presa da Donna Moderna di codesta settimana. Un esperimento che ci è piaciuto di molto, ma, a quanto pare, che è piaciuto anche al nostro ineffabile, irripetibile, ingegnoso gatto...

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