Nei giorni di festa, come oggi,  Joannes Carolus, Taddy ed io si va a far colazione nella pasticceria vicino a casa, dotata di vari tavolini esterni: ma, chissà perché, uno solo è il più ambito, tavolino per l’accaparramento del quale si scatenano lotte accanite. Leggo sui volti di chi si accosta al tavolo, scoprendo che è occupato da noi, una smorfia di disappunto; mentre io stessa sbuffo se lo trovo occupato. Oggi, arrivando, ho visto che stava arrivando, dall’altro senso del marciapiede, una coppia che so ambire quel particolare tavolino; ho così accelerato il passo, notando con preoccupazione che anche la signora ha fatto lo stesso. Un po’ come nel film “La legge del Signore”, dove Gary Cooper instaura una corsa sfrenata con il vicino di casa, sui calessini, per arrivare primo in chiesa per la funzione, si è instaurata, tra la signora e me, una piccola gara: dal passo veloce son passata al trotto, imitata a sua volta dalla signora, per poi arrivare a conquistare il tavolino, appena un secondo prima di lei, a passo di carica, alla generale La Marmora. Non era propriamente un tuffo, ma mi son seduta sulla sedia del desiderato tavolino con ben poca grazia e dignità, quasi come un sacco di patate, mentre i rispettivi consorti sono arrivati, perplessi e divertiti dalla scena, un bel pezzo dopo. Dopo aver finita l’abbondante e golosa colazione Joannes Carolus ha buttato lì per lì un commento garbato sull’avere una moglie sì tanto stravagante, ma che lo fa annoiare ben poco...

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