La Clara e Carlo ci avevano regalato una fantastica bottiglia di vino, il Nepente di Oliena, vino decantato ed esaltato anche dal Vate, il Gabriele d’Annunzio, giusto cento anni fa. Non avendo una cantina e, stante le infuocate temperature estive, lo avevamo temporaneamente allogato in frigorifero, in attesa di poterlo degustare in autunno. Ma levando la bottiglia d’acqua di mano dal frigo, mi è scivolata di mano, andando a centrare proprio quella precisa bottiglia di vino, tra le altre due che c’erano nel balconcino dello sportello, trascinandola a terra: cosa che non ha contribuito a mantenerla integra. Il serenissimo Joannes Carolus ed io abbiamo passato una buona mezz’ora a raccattare cocci e vino mischiato alle mie lacrime. Qualche sera fa, per un banale accidente, abbiamo quasi allagato uno dei due bagni in dotazione alla nostra magione e così abbiamo passato un’altra serata, muniti di mocio, stracci vari e scopettone, a raccattar acqua, stavolta: ma talmente tanta, che sembrava d’essere a Firenze durante l’alluvione. Dopo il vino e l’acqua, poteva mancare il pane? Naaaa... Aprendo lo sportello della dispensa, una busta di grissini è schizzata fuori come uno Scud dalla piattaforma di Bajkonur, mancando me ma andando a centrare una sedia prima di schiantarsi platealmente sul pavimento: malgrado il mio pronto intervento nessun grissino è sopravvissuto e, dall’apertura del sacchetto si sono sparsi, per tutta la cucina, miseri resti di ex grissini desolatamente inidonei ad essere portati in tavola. A Taddy non è parso vero poter correre al mio soccorso: mi ha dato infatti una portentosa bocca di aiuto, arrivando anche in punti oscuri ed anfratti remoti; ma anche così ho dovuto fare una fatica improba, sdraiata per terra, per raccogliere i minuscoli frammenti, (uno ad uno perché davvero impossibile arrivarci con la scopa), arrivati sin sotto al lavello ed al tavolo di lavoro. Joannes Carolus ha chiosato che ora mancano all’appello l’olio ed il sale...

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