a casa di ross
a casa di ross
A volte mi capita di desiderare di cambiare casa; dato che traslocare è di molto dispendioso, il desiderio di novità lo appago, in parte, cambiando collocazione ai mobili, altre volte acquistando complementi di arredo (come ho fatto recentemente, acquistando una gigantesca e bellissima stuoia color corda la quale, abbiamo poi scoperto a casa, necessita di una sorta di trasloco per sistemarla, ‘ché occupa quasi mezzo salotto), oppure cambiando le tende. In cucina è stato facile, dato che è bastato acquistare quelle già pronte, adatte alle bacchette; mentre cambiare le tende in camera da letto, operazione che a prima vista può sembrare semplice, poi non lo è stato affatto. Praticare due fori nel muro per installare i due porta bastone è abbastanza complicato per chi non sia Barbara Gulienetti di Paint your life; anche perché, con le case moderne, si sa, non è più dato sapere quel che può accadere. L’operazione tende nuove in camera da letto ha comportato differenti steps: tanto per cominciare, ci son volute diverse settimane e visite a svariati negozi, solo per decidere circa le tende (colore, tipo di stoffa, lunghezza, larghezza, volant si, volant no, mantovana con fiocchetti si, mantovana no eccetera eccetera); la seconda fase ha consistito nel prendere accuratamente le misure, impresa che ha richiesto una perizia particolare, sia perché bisognava arrampicarsi sulla scala per misurare la lunghezza del cassonetto della tapparella e la sua profondità, sia perché abbiamo scoperto che i muri erano fuori squadra. Una volta acquistati tende, porta bastone e bastone, il serenissimo Joannes Carolus in versione Terminator, armato di trapano super mega galattico si è appollaiato sulla scala (operazione non esente da rischi), per accorgersi che il cavo del trapano era troppo corto (perché mai non vengano forniti di un cavo degno di codesto nome non è dato sapere: mica sono asciugacapelli). Sono quindi partita, novella Lancillotto, all’affannosa ricerca della prolunga, la quale, srotolata quasi per intero, offriva un affascinante colpo d’occhio: metri e metri di cavo, i quali, a mo’ di gigantesco serpente, attraversavano tutto l’appartamento (per via della scarsezza di prese industriali); infine, il passo finale è stato il momento cruciale in cui, matita alla mano, dopo varie misurazioni, il serenissimo ha fissato i punti da forare. Dopo un notevole fracasso e svariati tentativi, con qualche mugolio di disappunto Joannes Carolus ha annunciato che c’era del cemento armato sulla parete. In verità, non siamo nuovi a codeste scoperte: ‘ché proprio due settimane fa il serenissimo consorte ha dovuto fieramente combattere contro il muro, piegando ad angolo diversi chiodi, prima di riuscire ad appendere un delizioso quadretto country (il quale ha doverosamente coperto gli altri buchi). Rimirando pensosamente i fori nella parete, ai lati del cassonetto, il mio serenissimo consorte, dopo aver emesso suoni, sbuffi e parole che non posso riportare in codesta sede, è passato alle armi pesanti, inserendo la percussione ed un calibro maggiore per la punta, ripartendo all’attacco. Dopo un’ora di faticoso e rumoroso lavoro siamo finalmente riusciti nella titanica impresa, con eccellenti risultati (anche se devo doverosamente aggiungere che abbiamo riempito i due primi tentativi di foro con dello stucco). Al guerriero dopo la battaglia è toccato raccogliere armi e bagagli, mentre io mi son sobbarcata la pulizia della camera (c’era polvere sparsa abbondantemente ovunque) ed il ricollocamento dei letti e dei comodini, riavvolgendo il pesante cellophane usato per proteggerli. Finalmente, dopo esserci congratulati a vicenda per l’ottima lavoro svolto, rimirando soddisfatti le tende, ci siamo riposati e rifocillati, con codesto profumatissimo e colorato tabbuleh della zia Salime, un tabbuleh tipicamente damasceno, perché ho presa la ricetta dal bel libro “La città che profuma di coriandolo e cannella - le ricette, i sapori e le storie di Damasco”, di Marie Fadel e suo fratello Rafik Schami (uno scrittore siriano esule in Germania da anni), editore Garzanti, 9,90 euro). Dopo cena, sorpresa a guardare con interesse le tende del salotto, Joannes Carolus ha scosso allarmato la testa, dichiarando che al salotto ci penseremo: si, nell’anno che verrà...
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TABBULEH DELLA ZIA SALIME
mercoledì 31 agosto 2011