a casa di ross
a casa di ross
In casa nostra il coniglio non è mai entrato. Mio padre non li poteva vedere, perché, durante la guerra, i suoi, che abitavano in campagna ed avevano orto, frutteto e pollaio fornito di galline (intoccabili per la produzione delle preziose uova) e conigli, hanno passato cinque anni a cucinarli in ogni modo: coniglio in brodo, coniglio fritto, scaloppine di coniglio, coniglio allo spiedo, spezzatino di coniglio, polpette di coniglio, coniglio in umido, coniglio alla cacciatora, con i funghi, con le cipolle, fritto (con e senza polenta), eccetera eccetera eccetera. Ed erano pure fortunati, 'ché in quel terribile periodo han potuto mangiare tre volte al giorno. Stomacato dall’aver mangiato coniglio tutti i giorni per cinque anni, mio padre non volle più vederne uno sul desco familiare, proibendo a mia madre, pena il divorzio, di cucinargliene uno. Non so come codesta idiosincrasia mi sia stata trasmessa, forse per via genetica; ma è ben curioso che nemmeno Joannes Carolus, in tredici anni di matrimonio, mi abbia mai chiesto piatti a base di coniglio. Semplicemente per me il coniglio non esisteva, un poco come per gli animali squame muniti: sino all’altro giorno, quando, prima di partire, andando a trovare le mie amiche di blog mi sono imbattuta in uno splendido spezzatino di coniglio, preparato da Ale di Timo e Maggiorana, che mi ha incuriosito ed ingolosito. Siccome mia suocera ed io non stiam mica a spinger le tartarughe, stamattina, in quattro e quattr’otto abbiamo fatto la spesa, cucinato e portato in tavola un fantastico secondo, che è stato di molto apprezzato. Non c’è bisogno di possedere doti di chiaroveggenza, per sapere che codesto non sarà l’unico piatto a base di coniglio che servirò in tavola: cento lire per cominciare e dieci mila per smettere, come soleva allegramente chiosare mio nonno Decio...
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SPEZZATINO DI CONIGLIO ALLE ERBETTE
lunedì 12 settembre 2011